È un periodo che bisogna prendere delle boccate d’aria crasse, che poi non sai quando riesci a riemergere. Avrei voluto farlo molto prima, quando ancora ANTIFA!nzine 1 doveva essere presentato e pubblicato, perché io posso, c’ho i poteri. Mi sa tanto, però, che questa volta i poteri non han tenuto conto della riserva d’aria, e allora eccomi qui a rimediare come posso, forte dell’onda lunga.
Il primo numero di ANTIFA!nzine è parecchio divertente da leggere.
Il primo numero di ANTIFA!nzine è parecchio deprimente da leggere.
Dipende dalle modalità di approccio. La maggiorparte delle storie considerano in chiave satirica, cito, “quelle realtà razziste, xenofobe o esplicitamente neofasciste che infestano i nostri territori e che vorrebbero imporre i loro ‘valori’ a forza di aggressioni ai danni di militanti di sinistra, studenti e migranti”. Il risultato è che ne parlano, ne mettono a nudo i problemi, ti fanno vedere in che razza di mondo viviamo. Già. Ti fanno vedere in che razza di mondo viviamo. E qui subentra la depressione. Perché mette a nudo la situazione in cui siamo costretti a (soprav)vivere.
Come in ogni testata antologica, questo primo numero di ANTIFA!nzine ha i suoi alti e bassi, stilistici e narrativi, ma fa il suo dovere nel puntare il dito e dire che c’è qualcosa che non va, e che è grosso, e scomodo. È troppo facile cadere nella retorica parlando di fascismo, razzismo e xenofobia; son cose che si commentano da sole. Sarebbe troppo facile, dal lato opposto, accusare le storie (o analisi, o considerazioni… già tutto assume una sfumatura differente) a fumetti contenute in questa quarantina di pagine di essere banale propaganda scritta male e disegnata peggio; si disse qualcosa simile per La Ministronza di Spataro, no? Ecco, no… il livello, seppur come s’è detto discontinuo, è buono, in certi casi alto, in certi casi profondo. A volte molto diretto (come nel contributo di Alex Tirana e in quello di Alessio Spataro) altre più velatamente diretto (ZeroCalcare, Stefano Misesti) altre ancora più propriamente narrativo (Gianluca Romano, Toni Bruno) e personale (Claudio Calia).
Gli stili grafici sono molto spesso funzionali ai contenuti e al tono con cui questi vengono raccontati; si ottiene così una discontinuità di tratto e di intenti narrativi, ognuno messo a fuoco su un aspetto differente di una situazione comune. Quello che tutti i contributi hanno veramente in comune è il radicarsi ad una situazione reale, l’emergere da un’esigenza di cambiamento che spinge da troppo tempo. Perché - e cito la chiusa della storia di Gianluca Romano – Io lo so che una volta questa era una nazione e non un circo di pupazzi…
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ANTIFA!nzine 1 (2011, Corto Comics, 48 pagine in bianco e nero, spillato, € 5.00).
Sceneggiatura e disegni di Alex Tirana, Toni Bruno, Stefano Misesti, Claudio Calia, Gianluca Romano, Zerocalcare, Alessio Spataro.
Il primo numero di ANTIFA!nzine è parecchio divertente da leggere.
Il primo numero di ANTIFA!nzine è parecchio deprimente da leggere.
Dipende dalle modalità di approccio. La maggiorparte delle storie considerano in chiave satirica, cito, “quelle realtà razziste, xenofobe o esplicitamente neofasciste che infestano i nostri territori e che vorrebbero imporre i loro ‘valori’ a forza di aggressioni ai danni di militanti di sinistra, studenti e migranti”. Il risultato è che ne parlano, ne mettono a nudo i problemi, ti fanno vedere in che razza di mondo viviamo. Già. Ti fanno vedere in che razza di mondo viviamo. E qui subentra la depressione. Perché mette a nudo la situazione in cui siamo costretti a (soprav)vivere.
Come in ogni testata antologica, questo primo numero di ANTIFA!nzine ha i suoi alti e bassi, stilistici e narrativi, ma fa il suo dovere nel puntare il dito e dire che c’è qualcosa che non va, e che è grosso, e scomodo. È troppo facile cadere nella retorica parlando di fascismo, razzismo e xenofobia; son cose che si commentano da sole. Sarebbe troppo facile, dal lato opposto, accusare le storie (o analisi, o considerazioni… già tutto assume una sfumatura differente) a fumetti contenute in questa quarantina di pagine di essere banale propaganda scritta male e disegnata peggio; si disse qualcosa simile per La Ministronza di Spataro, no? Ecco, no… il livello, seppur come s’è detto discontinuo, è buono, in certi casi alto, in certi casi profondo. A volte molto diretto (come nel contributo di Alex Tirana e in quello di Alessio Spataro) altre più velatamente diretto (ZeroCalcare, Stefano Misesti) altre ancora più propriamente narrativo (Gianluca Romano, Toni Bruno) e personale (Claudio Calia).
Gli stili grafici sono molto spesso funzionali ai contenuti e al tono con cui questi vengono raccontati; si ottiene così una discontinuità di tratto e di intenti narrativi, ognuno messo a fuoco su un aspetto differente di una situazione comune. Quello che tutti i contributi hanno veramente in comune è il radicarsi ad una situazione reale, l’emergere da un’esigenza di cambiamento che spinge da troppo tempo. Perché - e cito la chiusa della storia di Gianluca Romano – Io lo so che una volta questa era una nazione e non un circo di pupazzi…
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ANTIFA!nzine 1 (2011, Corto Comics, 48 pagine in bianco e nero, spillato, € 5.00).
Sceneggiatura e disegni di Alex Tirana, Toni Bruno, Stefano Misesti, Claudio Calia, Gianluca Romano, Zerocalcare, Alessio Spataro.
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