domenica 11 novembre 2012

Il ballo delle debuttanti

Alla fine sono arrivati. Alla fine siamo all'inizio, come testimoniano le foto che seguono. Tre minuti di autocelebrazione e poi, a breve, tornerò ad infastidirvi parlando di cose e strologando di idee a monte di storie che poi alla fine, tutto sommato, chissà.


Se ve li siete fatti sfuggire a Lucca pot(r)ete trovarli nelle (migliori) fumetterie oppure ordinarli online sul sito di Edizioni BD.


Un ringraziamento al sempai Bariani per avermi scaric... mh... passato Empowered e un "bella lì" al sempre preciso e sapiente Davide Savani (che ieri ha compiuto gli anni, fategli gli auguri!) per la featuring su Valen.

giovedì 1 novembre 2012

Lucca 2012: dove e quando?


Allora, mi trovate a Lucca domenica, da un orario non ben precisato nella mattina ma che si suppone tenderà a coincidere con l'orario di apertura, fino a - indicativamente - la chiusura.


Per chiunque proprio non ce la facesse ad aspettare e volesse vedermi prima, mi trovate allo stand BD, nel colophon di Savage Dragon: Dragon War, alla voce traduttore

Dragon War segna il ritorno del verde pinnuto dopo una lunga pausa e inizia a tirare le fila delle luuuuuunghe trame intessute da Erik Larsen negli ultimi anni. Un volume pregno di calci nel culo, in esclusiva italiana per Lucca Comics 2012.

Non vi basta? Allora mi trovate anche tra i credits del quinto volume di Empowered, opera maxuma di Adam Warren provocante e impetuosa, che in questo volume dimostrerà di non essere solo supertizi, bondage e demoni infernali allitteranti (oh, qual fatica!), ma darà prova di grande introspezione e profondità narrativa, regalandovi pagine che definire toccanti è riduttivo.


Ancora non potete fare a meno di me? Beh, allora buttate un occhio a Valen, storia dall'incontenibile potenziale distruttivo firmata, alle matite, dall'ormai colossale Matteo Scalera

Un mio piccolo aiuto sta anche lì.






 Se poi proprio volete le chiacchiere, be'... vi toccherà aspettare domenica (mi raccomando l'ombrello).


venerdì 25 maggio 2012


mind the closure è ancora vivo - a fatica ma vivo - e tornerà presto... ma non chiedete quando, che io non lo so e non voglio spezzarvi il cuore con una promessa non certo facile da mantenere.
Nel frattempo, se proprio non riuscite ad aspettare, potete buttare un occhio alla recensione del primo volume italiano di Extinction Seed (di Davide Aicardi, Livia Pastore e Alessia Nocera, targato GG Studio) oppure a quella di Se sei vivo, spara!, il nuovo fumetto di una giovane promessa per il fumetto italiano, Bruno Letizia, per la nuova etichetta indipendente Villain Comics. 
Buona lettura e a presto (davvero)(giuro)(circa).

giovedì 5 aprile 2012

Animal Man

È passato un bel po’ di tempo dall’ultimo aggiornamento. Le cause son le solite, impegni, scadenze, cose in più da fare, ma non mi ci soffermerei, che non è mica un fashion blog questo.

Piuttosto arriviamo a palla di cannone sull’argomento di oggi e iniziamo a far detonare la montagna di cose di cui sono mesi che vorrei poter scrivere qui. Parto oggi, sperando di riuscire a mantenere un po’ di costanza, parlando di Animal man. Il nuovo Animal Man di Jeff Lemire e Travel Foreman, per esser più precisi, che ha qualcosa a che vedere con il vecchio, ma è il nuovo (e non solo perché la testata riporta in calce The New 52, marchio del nuovo corso DC Comics post-Flashpoint). Innanzitutto Buddy “Animal Man” Baker non è più un personaggio Vertigo ma è regolarizzato nelle fila dell’universo DC (ma questo già da un po’, come può ricordare chiunque abbia letto la serie settimanale 52); un passaggio di etichetta cui ha corrisposto un aumento nei toni cupi e inquietanti della serie, molto più orrorifica e interiore riespetto al passato.
Il lavoro di Lemire è encomiabile e Animal Man è senza dubbio una delle migliori nuove serie sfornate in casa DC (lo disse pure Geoff Johns). Può sembrare una sparata da fanboy, ma basta soffermarsi un istante sul modo in cui lo scrittore – da sempre maestro di un certo tipo di narrazione fortemente emotiva ed emozionante, reinventatosi qui scrittore horror e con indubbi risultati – tratta i personaggi e le situazioni, scava nel loro interiore e lo espone tanto nel quotidiano quanto nel fantastico.
Ne ho parlato al tempo dell’uscita del numero uno e proseguendo nella lettura ho gradualmente consolidato il mio punto di vista in merito: se c’è qualcosa che merita di essere letto in questo momento è Animal Man.
Animal Man non è solo la storia di Buddy Baker, ex supereroe, ex stuntman e ora attore e attivista, ma soprattutto padre, marito e uomo; Animal Man è la storia della famiglia Baker e dell’orrore in cui si trova a sprofondare al manifestarsi dei poteri di Maxine, in grado di controllare gli animali morti (ma non solo, come si scoprirà in seguito). Da questo momento in poi l’intera famiglia si troverà a gestire le conseguenze di questi poteri, specie Buddy, che vedrà modificato il suo status all’interno della serie da protagonista a coprotagonista e guida di una figlia che sembra essere ben più potente di lui.
Se stiamo qui a parlare di introspezione, atmosfera e potenza narrativa è anche grazie al massivo apporto che il disegno di Travel Foreman offre alla serie. Personalmente è stata la prima volta che mi trovavo davanti a questo disegnatore e devo dire che mi ha del tutto sorpreso per il suo approccio non convenzionale alla materia. Foreman passa da sequenze ampie e luminose che coinvolgono le due pagine come un'unica superficie, a labirinti visionari, cupi, in cui il tratto si ispessisce, la trama del segno si fa più fitta e le ombre invadono le figure. Gioca con le luci e le ombre, le forme, le vignette, gli spazi allo stesso modo in cui Lemire gioca con la normalità e l’assurdo. Il disegno sostiene a piene mani la narrazione diventando realmente (cosa che non sempre è scontata) un tutt’uno con essa, dando forma alla quiete, alla semplicità, al caos, alla paura.
Rimane il problema dell'abbandono della serie da parte di  Travel Foreman (praticamente dopo il sesto numero, formalmente dopo aver disegnato qualche pagina del settimo e dell’ottavo), sostituito da Steve Pugh, che sembra cercare una continuità a malapena trovata, cadendo a tratti sembra ricadere in uno stile di disegno strettamente convenzionale; ma per giudicare questo ci sarà tempo.
Impossibile, infine, non chiedersi se una serie simile non meriti la dignità di una conclusione e la salvezza dallo stiracchiamento progressivo delle trame che, prima o poi, finisce col colpire un po' tutte le testate. Certo, è preso per parlare di questo, Lemire avrà molte frecce al proprio arco e se non sarà lui sarà qualcun'altro, e poi qualcun'altro ancora. Ma verrà inevitabilmente il giorno in cui la domanda da porsi sarà "sei più attaccato al personaggio o all'idea di una bella storia?" e qualcuno dovrà fare una scelta.

giovedì 2 febbraio 2012

Friendly neighborhood WTF?!

Prendere un granchio su un ragno non è cosa da poco, prenderlo su due è diabolico.

Il fatto è che Comic Book Resources parla di uno dei prossimi eventi Marvel/Ultimate, questo: 

Giusto per tirarmela: Hey USA Marvel fan, open your eyes!
Take a look  at this logo and then scroll down...

Sopra un logo di ragno composto di due simboli differenti (ho aggiunto didascalie in inglese per irretire lettori americani) compare la scritta Spider-Men. A destra (con i colori invertiti) quello di Miles Morales, il giovane Spider-Man blatino dell'universo Ultimate. 

... yeah ok, the right half is Miles' symbol ... aaaand ...


A sinistra quello di Peter Parker.

CALMA.

Di QUALE Peter Parker? 
Come mi faceva notare oggi stesso il buon Nicola Degani, che è sempre attento e ogni giorno ci dimostra di avere più memoria e attenzione di tutti noi per quanto riguarda le cose importanti, la metà di sinistra è sì il logo adottato da Peter Parker... ma è quello dell'universo Ultimate!

Che potete infatti riconoscere da qui:

... the left one is Peter Parker's one.
Peter Parker from Ultimate Universe's one!


Si. C'è scritto "DEATH".
Lo so, teoricamente nell'universo Ultimate i morti restano morti, o meglio, è sempre stato così fin dalla sua creazione.
Per prima cosa, ovviamente, si è pensato a "non è morto" (l'esatta sintassi non era proprio questa, ma non era nemmeno trascrivibile, per decenza).

La seconda idea è stata "cloni". Di nuovo? 

In quale dei due modi era peggio essere presi in giro? Magari nel terzo.
Che se non ricordo male è andato all'incirca così:
N: beh il senso di Spider-Men al plurale... magari vuol dire che ci sono stati più ragni radioattivi e
A: Spider-Island... ancora?
N: eh
Il terzo caso, come leggiamo qui sopra, prevedeva che venisse bissata (o quasi) una condizione già avvenuta nell'universo "ufficiale" (616, per i veri nerd). Niente di nuovo, del resto quando l'universo 616 era stato infiltrato dagli Skrull (durante Secret Invasion) nell'universo Ultimate (1610, per i veri nerd) Loeb infiltrava gli Ultimates con delle copie robotiche.
Ma non s'era detto basta (simil)ret-con? EH.

Aggiungerei tra le possibili scelte originali il fatto che Peter torni sotto forma di zombie, doppio alternativo, doppio di un diverso momento della stessa linea temporale, gemello malvagio cresciuto a teste di pesce in soffitta, nano da giardino, incarnazione della forza Fenice, Jim Moriarty, metanarrazione, variante onirica.

E quindi? E quindi boh, non resta che aspettare giugno. Il fatto è che secondo noi il crossover molto probabilmente:
- non sarà un crossover
- sarà tutto ambientato nell'universo Ultimate
- non coinvolgerà il Peter Parker di Terra-616

E se proprio Peter non comparisse? In fondo dietro a una maschera può esserci chiunque.

martedì 31 gennaio 2012

Mai dimenticare le origini – an easter egg

È passato un sacco di tempo dall’ultimo aggiornamento, ma eccomi di nuovo qui. Avrei voluto iniziare l’anno (in ritardo) con un post su Animal Man, ma ho realizzato una cosa: tra poche ore chiuderà Splinder, celebre piattaforma italiana di blog hosting su cui, ormai sei anni e mezzo fa ho iniziato a scrivere di cose.
Allora, il blog si chiamava takealookat e parlava un po’ di tutto, senza una regola ferrea. Per iniziare l’anno ricordando degnamente e orgogliosamente dove ho iniziato ho scelto di riproporre il primo pezzo che mi sia mai capitato di scrivere su un fumetto. È forse un pezzo un po’ ingenuo, col senno di poi, ma ho preferito non toccarlo, evitare cose come correzioni e risistemazioni, per mantenerlo fedele all’originale.





Voglio iniziare questo blog in bellezza. Un salto mortale all'indietro, atterraggio su saponetta e conseguente slittamento in avanti - il tutto sempre mantenendo l'equilibrio mentre gli spalti trepidano ed esultano, con il fiato alla gola. Trattenendo il respiro.

L'intera linea Ultimate è partita, a mio parere, con la funzione di bussola per orientare i nuovi lettori, stregati dalle versioni in celluloide di Spider-Man e X-Men, ed impedire che si perdessero in un mare di cloni, sottotrame claremontiane, migliaia di x-testate, zie May redivive, quintali di goblin e mutanti. Storie nuove, diverse e attuali. Un primo approccio poteva far pensare all'ennesima linea alternativa destinata a durare poco (vedi i vari what if?, di lunga durata forse solo perchè composti di storie indipendenti ma comunque con una considerazione minima, e 2099). E invece che è successo?
La linea ha retto ad un primo impatto e nuove serie Ultimate hanno seguito a ruota le due pioniere, unite a speciali, crossover e miniserie.


Tornando alla sorgente...Ultimate Spider-Man. Preferisco non considerare un numero in particolare - anche se molti meriterebbero una maggiore attenzione - quanto la serie in sè, somma dell'operato di Mark Bagley, storico disegnatore del Ragno, e di Brian Michael "miglior sceneggiatore dell'anno" Bendis, noto soprattutto per il lavoro che ha svolto e sta svolgendo su DareDevil. 

Non leggevo un albo del Ragno da veramente tanto tempo. L'ultimo doveva essere stato il 250, preso giusto per capire perchè c'era un Goblin in copertina quando i primi due - e unici - erano entrambi morti e sepolti.
Fattostà che un giorno, in un momento di pigrizia, aggirandomi tra gli scaffali del negozio di fumetti mi capita in mano questo Ultimate Spider-Man Collection 1. Lo sfoglio, lo leggiucchio e mi decido a comprarlo. Il giorno dopo sono andato a prendere anche il due e il tre, quindi mi sono fatto prestare in blocco tutti i numeri che mancavano fino al numero 22 della serie regolare. L'impatto è stato devastante. Sorprendente e devastante. Tutti, vuoi perchè lettori affezionati, svogliati o dell'ultima ora o comunque indottrinati dalle varie versioni cinematografiche o animate, sanno come sono andate le cose, del ragno radioattivo/geneticamente modificato, di Zia May e Zio Ben.
Anche Bendis lo sa. E sta qui il bello del primo arco narrativo, negli eventi così dilatati, nell'attenzione ai dettagli quasi psicanalitica, all'evoluzione dei personaggi, perchè tutto sia + chiaro, più umano; e allo stesso tempo sia qualcosa di nuovo, di mai visto o perlomeno inaspettato. E il tutto perfettamente attuale: Peter ha quindici anni, e quindici anni ora non sono niente, a quindici anni sei ancora un bambino con il mocciolo al naso, certo se sei orfano e vivi con la tua vecchia zia potrai essere un po' più adattabile a certe situazioni ma non sarai mai un ragazzo autosufficiente degli anni '60. E così le già grandi responsabilità diventano immani, in un lento e cerebrale trascorrere delle giornate scolastiche, al lavoro e a difendere la città dal crimine "cercando di condurre una vita normale e al contempo di far quadrare le spese". Ancora di più...devastanti se si considera che Goblin è un Hulk in miniatura, che Kingpin non sarà più grosso - per fortuna altrimenti per disegnarlo ci vorrebbe un A3 - ma sicuramente sembra molto determinato, un Tony Soprano (o forse rende meglio il paragone con Tony Ciccione ;P) mastodontico e meno caricaturale che in passato ; o molto meno villanamente parlando (nel senso del villain) considerando che metà dell'universo ultimate conosce la relazione che c'è tra il Ragno e Peter Parker. E non è nemmeno bello che un Nick Fury che più che il classico Nick 'brizzolato' Fury sembra un Samuel L. 'pelato' Jackson ti venga a dire "ora ti salvi perchè sei minorenne ma una volta raggiunta la maggiore età sei mio". Piuttosto inquietante. Il tutto senza calcolare che Reed Richards è tirchio e tiene il tessuto a molecole instabili solo per sè e la sua crew.
E' la psiche a cui è interessato Bendis. Non ci sono dubbi. 
Certo l'azione è tanta e anche le battute di spirito, che non possono mancare visto il soggetto. Ma la psicologia, non solo di Peter ma dell'intero cast di comprimari, è il vero pane di questo migliorsceneggiatoredell'annoseppurforsepiùperdaredevil. La mancanza dei genitori per Peter non era mai stata così tangibile; il senso di responsabilità e di inadeguatezza di una Zia May decisamente meno fossilizzata e bigotta - e diciamocelo, non che Zia May in passato abbia riscosso molto successo. L'ansia di Mary Jane o i problemi derivati dalla sua interazione con una sbandatissima Gwen Stacy, o dall'interazione di quest'ultima con la casa di Peter. Lo stesso J.J. Jameson sorprende per il suo essere un personaggio a tutto tondo, in evoluzione, da giornalista ed editore reazionario a padre stroncato dalla morte del figlio, perchè "Gli astronauti sono eroi. La gente con stupide maschere no"(USM 25) ma che comunque non esita a fare la scelta giusta al momento giusto rivelando che in fondo a volte basta solo una piccola spinta (splendidamente interpretata da una non troppo vecchia zia incazzata al telefono) per ritrovare se stessi.
48 numeri sono già passati sul fronte editoriale italiano. Questo mese verrà tagliato il traguardo dei 50 numeri(in effetti è come arrivare secondi, tagliare un traguardo che è già stato tagliato) più o meno in corrispondenza con l'uscita di Spider-Man 2 nelle sale cinematografiche.


In quarant'anni di fumetti Spidey non ha ancora un grido di battaglia, nè tantomeno Bendis gliene ha trovato uno (e credo si debba tirare un sospiro di sollievo e ringraziarlo anche per questo). Ora...perchè dovrei trovarne uno per concludere? 

Cosa? 
Gabba Gabba Hey? oO