lunedì 27 luglio 2009

ECHO

ECHO vol.1 Moon Lake (2008, Free Books, 132 pagine in bianco e nero).
Sceneggiatura e disegni di Terry Moore.


Dopo averci incantati e deliziati con quel capolavoro che è Strangers in Paradise, Terry Moore ci riprova con questa nuova serie dai risvolti action e super -.
Tra i candidato all’Eisner Award come nuova serie, sinceramente ad un primo impatto Echo non mi è sembrato quel gran capolavoro di cui parla Harlan Ellison, dalla quarta di copertina. Di certo è una lettura piacevole e ben narrata, ma risulta sicuramente troppo convenzionale se si è abituati al format di SiP in cui Moore, ripescando la struttura delle riviste inglesi degli anni Ottanta, forniva una narrazione che si snodava tra tavole, pagine di solo testo, poesie, schizzi e illustrazioni, canzoni con tanto di partitura.

A complicare la già complicata vita di Julie, fotografa free-lance e dalla complicata situazione sentimentale, si presenta, a Moon Lake, nel deserto della California, una misteriosa esplosione che riversa sulla ragazza piccole sfere viscose che le si incollano al corpo. La situazione sembra peggiorare quando un grosso pezzo dello stesso materiale, caduto nel suo pick-up, aderisce al suo corpo attirando a sé tutte le sfere e incorporandole. Nello stesso luogo, a circa diciassettemila piedi, si consuma la tragedia di Annie, durante il test della Tuta Beta, l’equivalente di una bomba atomica in forma di tuta da guerra.
Così prende avvio la nuova serie di uno dei migliori autori di fumetti degli ultimi vent’anni. Il peso statuario che Terry Moore ha nella storia del fumetto (e, ci tengo a precisarlo, con una sola opera di grandissimo impatto) e la sua straordinaria capacità narrativa lasciano ben sperare per l’evoluzione di Echo. L’impressione è che ci sia già troppa carne al fuoco al primo numero, di cui consegue il timore che la vicenda diventi troppo ingarbugliata o, al contrario, che tenda a risolvere tutto in modo troppo superficiale.
Le tracce narrative avviate in questo primo volume, cui non è ancora seguito un secondo, sono: la storia di Julie con il frammento della tuta; la storia personale di Julie; il dipartimento della difesa sulle tracce dei pezzi della tuta: l’agente NSB Ivy Raven, anch’essa sulle tracce dei nuovi portatori della tuta; la storia di Dillon Murphy, fidanzato di Annie, che si incrocia con quella di Julie.
Un volume che, inevitabilmente, si conclude con una fuga, che poi è un inizio.

Moore riesce a dosare, ancora una volta, ironia, dramma, complotto, evasione e sentimento. Ma, del resto, era assodato che ne fosse in grado, quindi dovrà fare di più per convincere.
In avvio è interessante considerare come il grande potere alle spalle di Strangers in Paradise, avviato nel 1993, fosse una lobby politica-aziendale-criminale votata al potere e al controllo mentre in Echo un ruolo simile sia rivestito da un ente di ricerca bellica e dal combo esercito+ministero della difesa.
SiP arrivava sugli scaffali pochi anni dopo la caduta del muro, in anni di massima distensione (il 1993 è, tra l’altro, l’anno in cui USA e URSS firmano il trattato per la riduzione degli armamenti), quando una delle massime problematiche storiche del dopoguerra statunitense era ormai venuta meno, e le paure del paese venivano, dopo tanti anni, rivolte verso l’interno dei suoi confini.
Echo è anch’essa una serie figlia del suo tempo e vede la propria pubblicazione a pochi anni dal più tragico e sanguinoso evento della storia americana dopo la guerra di secessione. Il disastro al World Trade Center, la paura del terrorismo, la guerra in Afghanistan e Iraq, diventano, così, fondamentali per l’avvio e lo sviluppo della macro-narrazione, costituendone l’alfa e la fonte di tutti gli eventi e gli ostacoli.

La nomination all’Eisner di questa nuova serie, considerati anche i suoi presupposti di partenza, non può che farmi pensare ad un’altra narrazione miliare, candidata e vincitrice per la stessa categoria, l’Invincible Iron Man di Matt Fraction, Salvador Larroca e Frank D’Armata. A differenza della seconda serie regolare dell’uomo di ferro, tuttavia, in cui potentissima tecnologia bellica viene replicata a fini terroristici da scienziati pazzi e multinazionali del terrore, in Echo l’esplosione della Tuta Beta è causa della spartizione del suo potere tra diversi portatori pescati tra donne e uomini qualunque(due, fino ad ora, ma considerando le parti interessate è probabile che appariranno altri); in questo modo Moore offre un ampio spettro di reazione e di approccio al nuovo potere acquisito offrendo, di fatto, se le premesse in questo senso verranno rispettate, uno spaccato dei vari tratti dell’americanità che il mondo dei comics non vedeva dal tempo delle strip di Blondie o Li’l Abner.

Molto da dire in questo centinaio e poco più di pagine. Molto da dire e un buon livello che necessita, tuttavia, di essere innalzato, se l’autore vuole competere con la propria opera maxuma. Terry Moore ha lanciato una sfida a se stesso. La speranza è che la narrazione non si sieda su se stessa ma, anzi, cerchi di confrontarsi sempre con quanto già scritto; solo allora sarà possibile un superamento ed Echo diverrà il degno erede di Strangers in Paradise.

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