giovedì 11 giugno 2009

VOLUNTEER

VOLUNTEER (2008, Planeta DeAgostini, cartonato, 172 pagine a colori, € 16).
Sceneggiatura di Muriel Sevestre, disegni di Benoît Springer.


Chi è Volunteer Flee?
Orfana, ex ragazza difficili, buttafuori del Vibe, un night club di New York, con mansioni extra per arrotondare. Prima del suo decimo compleanno, tuttavia, Volunteer non ricorda nulla di sé, della propria famiglia o della propria vita.
E chi è Ruby? Chi è Diamond? Chi è Prometheus?
Le giornate di Volunteer trascorrono normalmente come quelle di ogni persona quando, a un certo punto, viene innescata una catena di eventi che inizia a far tornare a galla alla ragazza alcuni flash del proprio passato; è da quel momento che le persone attorno a lei cominciano a morire, alcune con il collo lacerato da un morso.
Muriel Sevestre riesce nella realizzazione della prova tangibile che è ancora possibile scrivere di vampiri in modo originale, nonostante la materia sia stata esplorata in lungo e in largo, raggiungendo una struttura praticamente codificata. Poi è arrivato Twilight e ognuno si è sentito legittimato a dire sull’argomento ogni genere di stronzata gli venisse in mente, senza curarsi del fatto di abbattere, assieme ai cliché, alcuni dei tratti fondamentali del genere, primo tra tutti il rapporto tra i vampiri e il sole. Sevestre ci regala così una storia avvincente e ben scritta, con i colpi di scena al momento giusto e la tensione che sale verso un finale sospeso, non propriamente uno scioglimento.
Questo è reso possibile anche dallo stile di Benoît Springer, autore dalla formidabile sintesi grafica, un po’ francesce, un po’ americana, un po’ Disney ultimo periodo, un po’ Bonelli ultimo periodo, a tratti Ben Templesmith, a tratti Mike Mignola, a tratti Adam Pollina; uno stile che oscilla tra l’essenziale e il dettagliato, tra il sintetico e l’espressivo.

Volunteer è originale, e riuscire ad essere originali parlando di vampiri non è cosa facile. Ma questo perché l’aspetto vampirico è solo una parte della narrazione, la quale, benché scatenante, non riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo. Se l’altra parte fosse stata impersonata da gangster o alieni il risultato sarebbe stato probabilmente il medesimo.
La narrazione procede lungo due binari, uno presente che racconta di Volunteer sulle tracce della misteriosa Ruby, giovane donna dal volto deturpato da una bruciatura; l’altro è un percorso di scavo a ritroso nel tempo che ci mostra i ricordi delle due ragazze da bambine, svelandoci il segreto dell’odio di Ruby e l’antico accordo di vendetta tra due giovani amanti.
Ancora una volta possiamo vedere come la tensione per il raggiungimento del diverso sia utilizzata come espediente per compiere una ricerca interiore del tutto personale, che sia un’indagine sulla propria attuale condizione, mossa dalla necessità di una scelta di fronte a un bivio, o un’operazione di scavo nel proprio passato. Ancora una volta possiamo vedere come la tematica del sovrannaturale si presti a fare da secondo binario, o quantomeno da contesto, all’interno del quale recintare una ricerca che muove i suoi passi da un processo di assimilazione o di differenziazione dell’altro. Quella dell’identità, del resto, è una tematica forte a partire dai primi del Novecento, che nel romanzo muove, come si era già detto in precedenza, dalla crisi del pilastro teologico. L’utilizzo di tematiche sovrannaturali o fantastiche, dunque, o ancora legate ad un certo tipo di tradizione popolare/letteraria/mitologica, come in questo caso, sembra voler suggerire una ricostruzione dell’io che parte da dinamiche differenti e ben più insolite di quelle da cui lo si faceva muovere in origine.
Proseguendo lungo questa scia, il fumetto degli anni compresi tra la fine dei Novanta e il primo decennio del Duemila, si interessa delle problematiche identitarie rendendole il fulcro di molte opere, specialmente per quanto riguarda la produzione francese; ciò è dovuto, con molta probabilità, alla crisi di un sistema di fiducia nei confronti di una classe politica dalle numerose scelte errate, unitamente alla condizione frammentata di una società multiculturale relativamente giovane. Autori come Enki Bilal, Marjane Satrapi e David B., per citare solo alcuni dei più conosciuti, hanno fatto di questo punto il centro attorno a cui ruotano le loro narrazioni. Il lavoro di Sevestre e Springer si colloca lungo questa direzione, offrendoci una storia di scelte, giuste o sbagliate, di luci e ombre laddove la verità non è mai qualcosa di assoluto.

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