giovedì 8 ottobre 2009

Mr. WIGGLES

MR. WIGGLES (2007, Fusi Orari, brossurato, 94 pagine in bianco e nero, € 8,50).
Sceneggiatura e disegni di Neil Swaab.


Alle prime dieci pagine lo odierete a morte. Rimpiangerete l’acquisto, vi verrà voglia di strappare ogni pagina e incendiarla e poi rovesciare le ceneri e tirare lo scarico.
Tenete duro. Dopo un po’ inizierete a vederlo diversamente. Certo il protagonista, l’orsacchiotto Mr. Wiggles, è un personaggio che definire scomodo è eufemistico. È al di sopra di ogni legge e di ogni morale, ha le mani in ogni traffco illegale e fa qualsiasi cosa che chiunque altro riterrebbe scorretta, immorale o troppo stupida / schifosa / disgustosa. Spalla del vizioso orsacchiotto è l’autore, che gli offre il fianco per ogni genere di scherno e che dialoga con lui con il ruolo classico dello scemo nel duo comico. Solo che la comicità di Mr. Wiggles oltrepassa i canoni, affrontando tematiche ritenute scomode con un linguaggio tagliente e sopra le righe, provocatorio a tal punto che, anche senza le note di quarta di copertina, diventa evidente durante la lettura che il lavoro di è mosso da un intento di denuncia.
L’autore mette così a nudo dalle piccole imperfezioni della società fino ai grandi mali che la attanagliano, concentrando il tutto nella figura di Mr. Wiggles, simulacro per eccellenza di ciò che è sbagliato, vizioso, malvagio. Dal politically uncorrect alla volgarità a sfondo sessuale fine a se stessa, in un’alternanza di temi e situazioni che non risparmiano nemmeno le minoranze o Dio (che l’orsetto definisce “un altro padre assente”), addentrandosi nella lettura si riesce a discernere i momenti di pura demolizione a quelli di “demolizione costruttiva”, che mirano a mettere in luce aspetti ed elementi della società contemporanea affetti da qualsivoglia tipo di morbo.

Con uno stile grafico e una scelta di inquadrature e gestione della strip che ricorda molto i comix à la Friz the Cat di Robert Crumb, Mr. Wiggles ne sembra in qualche modo voler raccogliere l’eredità, eredità che nel corso degli anni si è ingigantita, vuoi per il processo di globalizzazione, vuoi per la caduta di molte barriere e molti tabù, vuoi per la scoperta di nuove tecnologie e l’aggiunta di nuove perversioni al mucchio. Allo stesso modo di Fritz, Mr. Wiggles è schiavo del proprio tempo, una schiavitù che egli sembra accettare ben volentieri, come il suo statico viso di orsacchiotto di pezza ci testimonia, aspetto che rende ancora più grottesco il modo in cui vengono affrontate certe tematiche o vengono approfonditi certi dettagli scomodi.
Insomma, se avete lo stomaco debole non leggetelo, se vi incazzate subito non leggetelo, se siete emotivamente instabili non vi ci avvicinate nemmeno. Ma se avete un po’ di fegato provate l’intera esperienza Mr. Wiggles e alla fine non ne sarete del tutto pentiti; alla peggio vi sarete fatti quattro risate con un po’ di humour nero prima di chiudere l’albo e tornare ad un’esistenza patetica in cui – eh già – potrete ritrovare buona parte degli elementi affrontati da Swaab.

1 commento:

Deggus ha detto...

Seppure emotivamente (o universalmente?) instabile, io fin dalle prime dieci pagine ho contratto la sindrome di Stoccolma. Ma ciò non significa che ad Halloween mi lascerò vestire da MR. Wiggles, cazzo!!!