giovedì 10 settembre 2009

PEPPINO IMPASTATO, UN GIULLARE CONTRO LA MAFIA

Peppino Impastato, un giullare contro la mafia (2009, BeccoGiallo, brossurato, 128 pagine in bianco e nero, € 14).
Sceneggiatura di Marco Rizzo, disegni di Lelio Bonaccorso.

Giuseppe “Peppino” Impastato è un uomo di cui si sente la mancanza, di questi tempi. Simbolo locale di un'Italia che sceglie di non calarsi le braghe e che, anzi, a testa alta, ti sputa in faccia quello che non va, con un coraggio da vendere e un sorriso a tagliola stampato in faccia. Cuore della protesta popolare contro la mafia e le ingiustizie, che dai microfoni di Radio Aut faceva da bersaglio ad una accesa e ironica opera di controinformazione per i cittadini di Cinisi, Peppino Impastato scelse di ergersi contro ciò che andava (e che tutt’ora non va) nel nostro paese. Una scelta che pagò con la vita. Assassinato lungo la linea Palermo-Trapani con una carica di tritolo, Peppino lasciò la sua lotta nelle mani di altri nella notte tra l’8 e il 9 Maggio 1978.
Peppino Impastato, un giullare contro la mafia racconta la sua storia, offrendo una selezione – come spiega in fondo al volume Marco Rizzo – di momenti salienti tra loro incastrati, ottenendo così una narrazione più dinamica, costruita sugli incroci e i parallelismi che si vengono a formare tra i tre momenti della storia di Peppino che vengono presi in esame. Una selezione che prende piede da una solida ricerca di documentazione e che si esprime in una lettura piacevole ma che richiede una buona dose di attenzione, necessaria a cogliere alcuni momenti della storia che vengono mostrati attraverso un’intelligente scelta di dettagli.
Una narrazione che oscilla tra la burla, il dolore intimo e quello urlato, e che ben si lega allo stile grafico di Lelio Bonaccorso, delicato nell’intimo, più secco e ruvido, cupo, nei momenti tesi o in quelli drammatici, che raggiunge il culmine nell'annunciare la morte di Luigi Impastato, padre di Peppino, prima affidata alla ripetizione di un dettaglio e che, in seguito, esplode in una splash page carica di dolore e di empatia verso Peppino.
Non solo fumetto, oltretutto, ma documentazione, interviste, cronologia e una solida bibliografia sull'argomento, che espandono multidirezionalmente il nocciolo della narrazione.
Parlare di Peppino Impastato ai nostri giorni ha una molteplice valenza, che ben si esplica nell’ultima tavola: Peppino che si mescola tra le persone di un corteo funebre per il suo funerale. Un'immagine forte che sembra volere da una parte ricordare l'impegno e il coraggio di un uomo e dall'altra dislocarne l'importanza all'interno di chi, come Peppino Impastato, lotta ogni giorno contro la morsa di mafia e corruzione che stringe il paese.


Parlare di Peppino Impastato è una presa di posizione forte, e farlo di questi tempi, quando da più parti si assiste al tracollo di una democrazia sempre più minacciata, sempre più a pericolo di crollo, può suonare come un grido di protesta nei confronti dell'attuale status quo.«Peppino è un personaggio ancora scomodo: si prova disperatamente a istituzionalizzarlo, ma ci si accorge che la sua figura ribelle e la sua carica eversiva rischiano di spalancare orizzonti pericolosi per l'ipocrisia del perbenismo borghese e il conformismo generalizzato», sono le parole (riportate anche in quarta di copertina) di Salvo Vitale, amico e compagno di Peppino, al suo fianco durante l'impresa di Radio Aut. Parole che fanno pensare e che, senza voler strumentalizzare la figura di Peppino Impastato o la sua vicenda, la sua morte, o più semplicemente questo fumetto, sono chiaramente indice della necessità di una figura come Peppino Impastato ai giorni nostri. Il posto è vacante, le insegne disponibili. La tavola finale della storia sembra voler ammiccare proprio a questo, quasi fosse una corsa alle investiture per continuare a lottare. «Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo».

2 commenti:

Cecilia ha detto...

questo volume mi è piaciuto un sacco. Ho incontrato Lelio sia al Comicon che a Lucca ed è simpaticissimo e molto alla mano. Ho avuto anche il privilegio di sfogliare le tavole originali (proprio sfogliarle nelle mie mani, non vederle appese), con tutte le pecette e correzioni, e sono splendide.

alfredo goffredi ha detto...

uh... figata toccare tavole originali *____*