venerdì 1 ottobre 2010

Come NON scrivere un fumetto (parte 2): Biomega

Ho iniziato a lavorare; un lavoro che non ha nulla a che vedere con i fumetti. E allora? E allora ho poco tempo per leggere e scrivere, quindi si rischia nuovamente di non rispettare le scadenze che ci si impone. Secondariamente sono più stanco, e di conseguenza più polemico.

Biomega è una miniserie di Tsutomu Nihei, celebre autore giapponese, famoso per Blame, NOiSE e Abara, che tra le altre cose ha messo una zampata in occidente realizzando Wolverine: Snikt!
Biomega è ambientato in un 3005 che definire apocalittico è usare un eufemismo. Tutto concorre a trasmettere al lettore lo stato di angoscia e pericolo in cui l’umanità è ridotta a causa di un virus – l’NV5 – che trasforma le persone in droni. Quando però appaiono individui in grado di resistere al virus le Industrie Pesanti dell'Estremo Oriente inviano a indagare Zoichi Kanoe.
Impeccabile graficamente per quanto riguarda le ambientazioni e la tecnologia, che l’inchiostro di Nihei descrive nel dettaglio, e un po’ meno per quanto riguarda i personaggi, forse troppo uguali, Biomega rivela la grave pecca di peggiorare gradualmente oltre i limiti concepibili dall’attenzione umana. Dopo un primo numero molto ben realizzato, sia per i personaggi che presenta che per la costruzione di un sistema narrativo solido e interessante, seguono due numeri che confermano (forse un po’ pigramente) l’idea “di facciata” del primo volume.
Poi il tracollo. Gli ultimi tre numeri sono una festa per gli occhi, è vero, ma la trama si fa debole, confusa e a tratti insensata, difficile (ovvio che è un parere personale) da portare fino alla conclusione. C’è chi potrebbe definirle Biomega una serie difficile. Io preferisco il termine “casuale”, perché casuale sembra esser il modo in cui accadono le cose, per non parlare dei momenti in cui – e purtroppo la fantascienza, con la sua licenza di osare, rischia spesso di cadere in questo errore – un deus ex machina appare e risolve una situazione.

Ora. Può essere possibile questo?
No. O perlomeno non dovrebbe. Il livello artistico è alto, quello narrativo non è al suo livello. Il talento di Nihei sembra sprecarsi nell’inconsistenza dell’autonomismo, cosa che si potrebbe facilmente risolvere in una collaborazione, scelta che tuttavia sembra essere rara in Giappone.
Perlomeno, io ricordo pochi casi. Recenti, salvo eccezioni celebri (Kazuo Koike e Goseki Kojima, o il caso di Yoshiyuki “Buronson” Okamura, che ha scritto sceneggiature per Tetsuo Hara, Ryoichi Ikegami e Kentarō Miura), e comunque non considerate come la norma. Ovvio che poi ogni autore ha dietro un gruppo di assistenti, ma è anche vero che questi difficilmente usciranno dal loro status per suggerire qualcosa in merito a trame o character design.

Tutto questo per dire: se il fumetto è narrazione perché diavolo alienare la storia? Perché spesso viene considerata un elemento accessorio da affiancare a uno stile grafico cool?



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BIOMEGA (2007, Panini comics, brossurato con sovracoperta 200-224 pagine in bianco e nero, € 4.50 vol. 1-3; € 5.90 vol. 4-6).
Sceneggiatura e disegni di Tsutomu Nihei.

4 commenti:

Cecilia ha detto...

Anche Death Note/Bakuman è scritto da un duo (nonché i vari Record of Lodoss War), più altri. Insomma, ci sono un po' più coppie sceneggiatore/disegnatore di quanto sembrerebbe.

Fatto sta che anche gli autori completi vengono seguiti da una marea di redattori (un redattore personale che riferisce al caporedattore che riferisce al direttore). Quindi, compito di un bravo redattore dovrebbe essere quello di arginare i punti deboli e portare avanti una storia nel migliore dei modi. Quindi, se l'autore non riesce, è "colpa" anche del suo redattore.

alfredo goffredi ha detto...

Lo so lo so, era compreso nei casi recenti. A parte le accoppiate storiche mi sembra un trend degli ultimi tempi quello di collaborare tra i mangaka.

Quanto al redattore... è vero quello che dici, ma credo che con l'affermarsi di un autore subentri una maggiore libertà. Poi oh, magari sono gusti e a tutto il resto del mondo Biomega è piaciuto un sacco. Io l'ho trovato via via sempre peggiore e più noioso.

ilchinoz ha detto...

Curiosità postuma: hai per caso letto Blame! del Nostro, o è stato il primo incontro con Nihei?

alfredo goffredi ha detto...

no, non l'ho letto per vari motivi che risulterebbero sicuramente noiosi da raccontare. punto di farlo prima o poi, pare sia imprescindibile da come ne parla il mondo [o perlomeno la metà di mondo che non lo definisce incomprensibile :D ]