È PRIMAVERA, INTERVISTA A ANTONIO NEGRI (2008, BeccoGiallo, 160 pagine in bianco e nero, €12 o gratis in formato .pdf dal sito di Global Project).
Sceneggiatura e disegni di Claudio Calia.
Sceneggiatura e disegni di Claudio Calia.
Dietro all’intervista si nasconde la biografia, la quale, a sua volta, non è altro che un pretesto per parlare dell’Italia.
L’utilizzo del fumetto come strumento di apprendimento di genere – in questo caso storico – accanto a opere imponenti come la Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi, nel nostro paese non ha attecchito granché, e lo stesso catalogo BeccoGiallo sembra mirare più che altro a figure o avvenimenti specifici. È Primavera offre invece una visione diacronica del paese attraverso i momenti fondamentali della storia di Antonio Negri in una formula che ricorda molto di più i manuali a fumetti in formato manga che spopolano in Giappone.
Realizzata a Venezia tra il Dicembre 2007 e il Marzo 2008, l’intervista condotta da Claudio Calia viene così tradotta nel linguaggio del fumetto con uno stile sintetico che nel suo essere essenziale può ricordare il Mazzucchelli di Città di vetro (ovviamente senza le speculazioni grafico-narrative). La camera, durante l’intervista, non è fissa, ma si muove non presentando mai l’interlocutore nella stessa posizione, cambiando lato, zoomando avanti o indietro, prendendo le distanze, mettendo in evidenza un particolare (spesso la montatura degli occhiali e quindi, necessariamente ma non esplicitamente visto che non li vediamo mai, gli occhi) o un gesto che sottolinea quanto detto. L’occorrenza di semplicità è evidente anche a livello di costruzione della tavola, semplice, priva di artifici di costruzione (se non nella parte introduttiva, antecedente all’intervista), con una suddivisione classica in sei vignette (talvolta accorpate) e l’uso di splash page per enfatizzare alcuni momenti della storia sociale italiana.
La percezione della voce di Calia durante l’intervista è quasi assente, annegata dalle risposte fiume del filosofo padovano, per poi (ri)emergere in momenti abbastanza topici, quasi a voler sottolineare momenti nevralgici della storia di Negri e del paese, dal ’68 alla storia del movimento operaio, la rinascita nel ’77 e l’arresto di Antonio Negri.
Un fumetto che parla di storia e di libertà, di lotta e di ingiustizia all’interno di un paese che, oggi come oggi, da quello che emerge, non sembra per niente diverso da quello che era durante gli anni di piombo (e i fatti di cronaca più recenti in materia di pestaggi, reazione all’immigrazione e disagio della moltitudine in ambito lavorativo, non fanno che confermare questa versione).
Un fumetto che racconta l’intrecciarsi di due storie, la macrostoria del sistema Italia e la microstoria del singolo individuo Antonio Negri, di cui emergono numerose sfaccettature.
Un’immagine molto forte, a tal proposito, è la splash page di pagina 98, in cui quella in cui Negri, al processo del Maggio 1983, appare a mezzo busto diviso da una sbarra, simbolismo molto forte di una vita divisa e della scelta di passare dalla vita extraparlamentare a quella parlamentare per poter ottenere l’immunità e continuare a lottare al di fuori del sistema carcerario.
“Per me dissociazione non significa ritirarmi da qualcosa, ma insistere, ritrovare l’identità della mia azione e del mio pensiero. per me dissociazione è stato soprattutto dissociarmi da quello che voi, giudici, volevate che fossi” (p.99)
Avviandosi verso la fine, verso gli anni più recenti, il volume si concentra principalmente sulle teorie biopolitiche e sociopolitiche espresse da Negri circa la moltitudine (ed è curioso che si affronti questo concetto tra i confini della città-mondo di Venezia). Paradossalmente, laddove il contenuto si fa più forte il medium fumetto cede. Penso, ad esempio, alla chiusura del capitolo quattro, laddove viene spiegato il nodo concettuale del libro di Negri intitolato Impero. È Primavera è un lavoro ibrido, dunque, che unisce parti a fumetti a parti di testo accompagnato da immagini; in questo secondo momento, in cui (come solo in alcuni momenti dell’introduzione) il font utilizzato per il testo assume uno stile più tipografico, sembra estremizzarsi il rapporto testo-immagine descritto in precedenza: il disegno si fa da parte, si rende volutamente più statico e ripetitivo, in modo da puntare il riflettore al cento per cento sul testo.
Saggio di come il fumetto possa servire a veicolare con agilità un testo della densità contenutistica come questa intervista; certo è, tuttavia, che numerosi sono i punti in cui l’immagine non viene in aiuto del testo, limitandosi a contenerlo e ad accompagnarlo ma non realmente ad interpretarlo o completarlo (come può accadere, ad esempio, nel lavori di Guy Delisle, giusto per citarne uno).
L’ultima delle particolarità di questo lavoro di Calia sta nel concetto di libertà, con cui si apre e si chiude il volume; libertà che È Primavera, Intervista a Antonio Negri trova, a un anno dalla sua pubblicazione, anche editorialmente. Grazie ad una collaborazione tra BeccoGiallo e Global Project, infatti, il volume di Claudio Calia è stato posto sotto tutela di Creative Commons e rilasciato gratuitamente in formato .pdf alla pagina http://www.globalproject.info/it/produzioni/E-primavera-Intervista-a-Antonio-Negri/3078 .
Una simile operazione rivela un’interessante concezione editoriale e autoriale del testo, controtendenza rispetto a quella di un’Italia che, semmai, parte dal web per poi approdare alla carta stampata. L’esigenza che ha spinto in questa direzione deve necessariamente essere quella di raggiungere il maggior numero di lettori, di diffondere il più possibile il messaggio contenuto in queste pagine: un invito a reagire, senza passare il confine della legalità ma pur sempre lottando senza continuamente calare le braghe davanti ai potenti.
4 commenti:
Bel blog! Ma qual è il tuo nick su comicus?
-Brendon
Grazie Brendon!
Nessun nickname, mi trovi con nome e cognome ;)
complimenti per il tuo blog. analisi lucide e stimolanti.
@ Gianluca: grazie, si va avanti sperando che il livello tenga ;)
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