giovedì 5 aprile 2012

Animal Man

È passato un bel po’ di tempo dall’ultimo aggiornamento. Le cause son le solite, impegni, scadenze, cose in più da fare, ma non mi ci soffermerei, che non è mica un fashion blog questo.

Piuttosto arriviamo a palla di cannone sull’argomento di oggi e iniziamo a far detonare la montagna di cose di cui sono mesi che vorrei poter scrivere qui. Parto oggi, sperando di riuscire a mantenere un po’ di costanza, parlando di Animal man. Il nuovo Animal Man di Jeff Lemire e Travel Foreman, per esser più precisi, che ha qualcosa a che vedere con il vecchio, ma è il nuovo (e non solo perché la testata riporta in calce The New 52, marchio del nuovo corso DC Comics post-Flashpoint). Innanzitutto Buddy “Animal Man” Baker non è più un personaggio Vertigo ma è regolarizzato nelle fila dell’universo DC (ma questo già da un po’, come può ricordare chiunque abbia letto la serie settimanale 52); un passaggio di etichetta cui ha corrisposto un aumento nei toni cupi e inquietanti della serie, molto più orrorifica e interiore riespetto al passato.
Il lavoro di Lemire è encomiabile e Animal Man è senza dubbio una delle migliori nuove serie sfornate in casa DC (lo disse pure Geoff Johns). Può sembrare una sparata da fanboy, ma basta soffermarsi un istante sul modo in cui lo scrittore – da sempre maestro di un certo tipo di narrazione fortemente emotiva ed emozionante, reinventatosi qui scrittore horror e con indubbi risultati – tratta i personaggi e le situazioni, scava nel loro interiore e lo espone tanto nel quotidiano quanto nel fantastico.
Ne ho parlato al tempo dell’uscita del numero uno e proseguendo nella lettura ho gradualmente consolidato il mio punto di vista in merito: se c’è qualcosa che merita di essere letto in questo momento è Animal Man.
Animal Man non è solo la storia di Buddy Baker, ex supereroe, ex stuntman e ora attore e attivista, ma soprattutto padre, marito e uomo; Animal Man è la storia della famiglia Baker e dell’orrore in cui si trova a sprofondare al manifestarsi dei poteri di Maxine, in grado di controllare gli animali morti (ma non solo, come si scoprirà in seguito). Da questo momento in poi l’intera famiglia si troverà a gestire le conseguenze di questi poteri, specie Buddy, che vedrà modificato il suo status all’interno della serie da protagonista a coprotagonista e guida di una figlia che sembra essere ben più potente di lui.
Se stiamo qui a parlare di introspezione, atmosfera e potenza narrativa è anche grazie al massivo apporto che il disegno di Travel Foreman offre alla serie. Personalmente è stata la prima volta che mi trovavo davanti a questo disegnatore e devo dire che mi ha del tutto sorpreso per il suo approccio non convenzionale alla materia. Foreman passa da sequenze ampie e luminose che coinvolgono le due pagine come un'unica superficie, a labirinti visionari, cupi, in cui il tratto si ispessisce, la trama del segno si fa più fitta e le ombre invadono le figure. Gioca con le luci e le ombre, le forme, le vignette, gli spazi allo stesso modo in cui Lemire gioca con la normalità e l’assurdo. Il disegno sostiene a piene mani la narrazione diventando realmente (cosa che non sempre è scontata) un tutt’uno con essa, dando forma alla quiete, alla semplicità, al caos, alla paura.
Rimane il problema dell'abbandono della serie da parte di  Travel Foreman (praticamente dopo il sesto numero, formalmente dopo aver disegnato qualche pagina del settimo e dell’ottavo), sostituito da Steve Pugh, che sembra cercare una continuità a malapena trovata, cadendo a tratti sembra ricadere in uno stile di disegno strettamente convenzionale; ma per giudicare questo ci sarà tempo.
Impossibile, infine, non chiedersi se una serie simile non meriti la dignità di una conclusione e la salvezza dallo stiracchiamento progressivo delle trame che, prima o poi, finisce col colpire un po' tutte le testate. Certo, è preso per parlare di questo, Lemire avrà molte frecce al proprio arco e se non sarà lui sarà qualcun'altro, e poi qualcun'altro ancora. Ma verrà inevitabilmente il giorno in cui la domanda da porsi sarà "sei più attaccato al personaggio o all'idea di una bella storia?" e qualcuno dovrà fare una scelta.

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